L’associazione culturale Le mani e le nubi Teatro nasce dall’incontro tra Salvatore Coco, Alessandra Munerol, Sara Polo e Ivano Vigo rispettivamente musicisti e attrici professionisti che hanno deciso di condividere le loro esperienze artistiche dando vita a questa compagnia.
La compagnia si propone come obiettivo la sperimentazione dei più differenti linguaggi scenici, ognuno con le proprie caratteristiche, e ricercando, per ognuno, il processo artistico più adatto e più organico.
Alessandra Munerol attrice e scrittrice, comincia la sua esperienza teatrale con Pippo Del Bono e continua la sua formazione con diversi insegnanti per poi fondare nel 2017 la compagnia Le mani e Le nubi, Sara Polo si forma alla Civica Accademia D’arte Drammatica Nico Pepe di Udine e continua il suo percorso attoriale collaborando con diverse compagnie, Ivano Vigo e Salvatore Coco fanno parte di diversi gruppi musicali tra cui i My Gurus vincitori del “Beatles Summer Festival” al teatro Ariston di Sanremo per gli anni 2015/16 e hanno all’attivo molte collaborazioni livee studio tra cui Marlene Kuntz, Baustelle, Zibba.
Il progetto
Nel Progetto qui presentato la compagnia ha deciso di ispirarsi al libro ”Orfeo a pezzi” scritto da Fabio Biale. La storia indaga i pochi attimi prima di un incidente di quattro musicisti che tornano da un concerto. In questi momenti di tempo non tempo la loro vita e il significato che per loro ha la musica si intersecano per una riflessione profonda di ciò che è il mestiere dell’artista. In questo viaggio verso l’ignoto ci sarà ancora spazio per la musica? e cos’è la musica per ognuno di loro? Una riflessione sul ruolo dell’artista che ancora di più in questi tempi di pandemia si è impostacome un interrogativo cogente.
Trama
4 musicisti. Un’automobile. Il ritorno a casa dopo un concerto. E un momento di stanchezza e distrazione. In quegli attimi che precedono una possibile tragedia ognuno ha la possibilità di riordinare la propria vita. Pochi secondi per definire ciò che è veramente importante per ognuno di loro. L’eros, l’amore figliale, quello genitoriale. L’amore per se stessi e quello per la musica. Come tante facce di Orfeo , figura simbolo dell’artista, i quattro musicisti scendono nel loro inferno personale per riportare a galla ciò che conta di più nella loro esistenza, ciò che li rende vivi. Attraversoun linguaggio fatto di musica, parola, e sequenze fisiche si compie un sacrificio di amore..amore per la musica… “Così ho fatto per tutta la vita: ho preso le vostre parole di scarto e le vostre sconfitte quotidiane e le ho rese note, versi, amore”