Sabato 2 aprile, ore 22.00 presso Raindogs House di Piazza Rebagliati a Savona
SPLATTERPINK ” The Best Of Italian Music “
Formati nel 1990 dal bassista Diego D’Agata, gli Splatterpink si impongono fin da subito come ala radicale dell’ underground bolognese.
Il nuovo show includerà brani di Tozzi, Carboni, Dalla, Ligabue, Vasco, Battiato, Baglioni, Ferradini, Masini, Cocciante, Zero, 883.
https://youtube.com/playlist…
Apertura porte ore 21:00 – Possibilità di cenare con le nostre specialità
Inizio concerti ore 22:00
ingresso 8e con tessera arci, under 25 ingresso 5e con tessera arci
Biglietti On Line: https://www.musicglue.com/circolo-raindogs-house
Formati nel 1990 dal bassista Diego D’Agata, inizialmente con Metello Orsini alla chitarra e Alaistair Brison alla batteria, gli Splatterpink si impongono fin da subito come ala radicale dell’underground bolognese.
Il loro ricorso a soluzioni veloci, destrutturate e sbilenche, tipiche di bands quali Nomeansno o, ancora oltre, Naked City e bands affini, che oltreoceano stanno riscrivendo la storia dell’HC, li pone fin dall’inizio come un oggetto musicale di difficile collocazione nel resto della scena che sta via via sviluppandosi in quegli anni a Bologna.Il loro primo demo, “One”, registrato qualche mese dopo ed autodistribuito rigorosamente in cassetta C30, permette una diffusione maggiore della band che acquista un sempre maggior interesse da parte del pubblico.
Nel 1991 Alastair Brison torna in Scozia; per la band è una notevole perdita, scarseggiano in quegli anni i batteristi in grado di cimentarsi con quel tipo di genere. Si decide comunque di proseguire, pur con batteristi più o meno precari. Benchè neanche due anni dopo gli SP potessero essere già considerati come una band ben consolidata e conosciuta nel panorama di allora, composto perlopiù di centri sociali, festival primi maggio romani ancora degni d’esser chiamati tali e piccoli club precari, l’altrettanto precarietà batteristica ne rallenta fortemente il percorso.Nel 1993 infine si consolida la formazione con Diego D’Agata al basso affiancato da Federico Bernardi alla chitarra, Alessandro Meroli al sax baritono e Leonardo Saracino alla batteria.
La band riacquista in stabilità e, complice l’inserimento di un sax e l’orientamento più “jazzy” del drumming, si affina virando verso una forma più imbastardita di destrutturazione di pop/noise/funk/jazz, condendo il tutto con un cantato a base di testi criptici e piuttosto disturbanti.Nel 1994 la band autoproduce in una tiratura di 1000 copie il primo album, “Industrie Jazzcore”.
Prodotto e distribuito in una logica di totale DIY l’album viene in breve ottimamente recensito dalla stampa specializzata e salutato come “uno dei prodotti più lucidi dell’intero panorama musicale italiano”.
I successivi due anni li vedono impegnati a suonare e far parte della nuova scena italiana; sono gli anni di Fluxus, One Dimensional Man, Massimo Volume, De Glaen, Jinx. Aprono per Nomeansno, Asian Dub Foundation/P.J. Harvey, Ozric Tentacles, partecipano e vincono alla Biennale di Torino.
Segue “Nutrimi” del 1996, prodotto da Underground Records, lavoro più claustrofobico e oscuro del precedente, in bilico fra sonorità noise/blues e soluzioni musicali più contorte, anch’esso accolto ottimamente dalla critica.
Dopo due tour promozionali italiani, nel 1998 si trovano nuovamente a dover sostituire il batterista.
In assenza di sostituti immediati e alla vigilia della preparazione del nuovo disco subentra così per un breve periodo il turnista Christian Rovatti con il quale registrano per la New Scientist di Oderso Rubini il loro terzo album “#3” del 1999.Subito dopo subentra stabilmente ai tamburi Ivano Zanotti. Nonostante ciò nel 2001, dopo un ulteriore anno di concerti sempre più sporadici, complice una certa stanchezza ed altri progetti nell’intanto sopraggiunti (Testadeporcu per Diego D’agata, Neffa più altri progetti jazz e produzioni per Irma Records per Alessandro Meroli) la band decide di prendersi un periodo di congelamento indefinito ma comunque temporaneo.
Tale periodo si interrompe nel 2012, anno in cui la band si riunisce per un’amichevole reunion al Locomotiv Club di Bologna, avvenuta l’1-02-2013.
Al termine di ciò, dopo accurato simposio con Gabriele Ciampichetti, decidono di proseguire e registrano un quarto album, Mongoflashmob, che vede la luce nel 2014 ed è accolto da recensioni entusiastiche.Esauritisi gli impegni promozionali, dopo una serie di concerti e piccoli tour la band entra nuovamente in un periodo di letargo durante il quale Diego D’Agata comincia a definire e comporre quello che sarà il nuovo progetto targato Splatterpink: un album di cover di musica generalista italiana destrutturate e opportunamente riconfigurate secondo stilemi jazzcore.
“Compositivamente parlando, questo è il lavoro più complesso che abbia mai affrontato. Era da anni che stavo accarezzando l’idea di confrontarmi con un genere letteralmente agli antipodi rispetto ai miei ascolti, vale a dire il pop generalista nazionalpopolare, e una volta deciso di iniziare a lavorarci sopra ho impiegato almeno un anno solo per capire la maniera in cui affrontare e destrutturare adeguatamente i brani coinvolti. Inizialmente suonavano come una versione più noise e distorta ma il risultato non mi soddisfaceva visto che all’ascolto tendevano a restare più o meno gli stessi. Stavo quasi per abbandonare il progetto poi una sera, suonando un riff noise di basso in 11/8, mi accorsi che era possibile cantarci sopra Gloria di Umberto Tozzi lasciandone più o meno intatta la metrica. Fu un’illuminazione. Capii che quello era il metodo da seguire: la totale destrutturazione del brano, lasciando intatti solo il testo, la sua metrica e qualche rimando musicale ma cambiandone totalmente l’impianto. Una volta capito il metodo ho impiegato i successivi due anni per l’analisi dei pezzi più adatti e la loro riconfigurazione, dovendo mio malgrado infliggermi ore e ore di ascolto di brani che mai e poi mai avrei pensato di dover ascoltare e facendomi mio malgrado una discreta cultura in materia di musica italiana nazionalpopolare.Una volta realizzati i provini ho rimesso in piedi la band con un batterista nuovo, Daniel Csaba Dench, e Michele Freguglia al posto del chitarrista Federico Bernardi e sono iniziate le registrazioni. L’etichetta bolognese Improved Sequence, molto saggiamente, ha dimostrato interesse immediato in questa operazione e ha subito accettato di produrre il lavoro in formato vinile, il quale uscirà i primi di Aprile AD 2022.